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2° Anno

F=m a
S=1/2 a  t
2
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CAPITOLO 1 LACCELERAZIONE ANNO 2
CAPITOLO 1 - L'ACCELERAZIONE
LACCELERAZIONE MEDIA

PARAGRAFO 1 - L'ACCELERAZIONE MEDIA

Un corpo che aumenta la velocità in funzione del tempo vuol dire che sta subendo un accelerazione ;ad esmpio un automobile che passa dai 10m/s ai 30m/s in 2 s vuol dire che ha subito un'accelerazione e l'accelerazione media si calcola con la seguente formula:

 

                                       am=(v2-v1)/Δt

 

Dove am è l'accelerazione media , v2 è la velocità raggiunta e v1 è la velocità di partenza e,infine, t è il tempo impiegato per raggiungere la velocità.

Per l'esempio precedente a=(30-10)/2=20/2=10 m/s^2

L'accelerazione media dell'automobile è 10 m/s^2.

il moto uniformemente accelerato anno 2

PARAGRAFO 2 - IL MOTO UNIFORMEMENTE ACCELERATO

Un corpo che aumenta la velocità in modo direttamente proporzionale al tempo e facendo rimanere l'accelerazione invariata ,ossia costante,si muove di moto uniformemente accelerato.

Un auto può avere diverse accelerazioni in momenti diversi ,ma in caduta libera e,trascurando l'attrito dell'aria,un oggetto avrà sempre la stessa accelerazione, ossia 9,8m/s^2 ,cioè l'accelerazione gravitazionale della terra che può essere chiamata anche g; a=g.

 

IL MOTO UNIFORMEMENTE ACCELERATO CON PARTENZA DA FERMO

 

Dato che nel moto uniformemente accelerato la velocità aumenta o diminuisce in continuazione si può calcolare la velocità istantanea ,ossia la velocità in un determinato istante di tempo ;la legge è descritta dalla seguente formula:

 

                                             v=at

 

Dove v è la velocità, a è l'accelerazione e t è il tempo.

Nel moto uniformemente accelerato si può calcolare la posizione esatta in un determinato istante di tempo e si ha dalla formula:

 

                                          s=1/2at²

 

Dove s è la posizione esatta, a l'accelerazione e t² è l'istante di tempo elevato al quadrato.

 

IL MOTO UNIFORMEMENTE ACCELERATO CON PARTENZA IN VELOCITA'

 

Può capitare di voler effettuare una misura di un corpo già in movimento e,in quel caso,non valgono le leggi spiegate precedentemente ma valgono le seguenti:

 

Per la velocità vale la seguente formula:

 

                                          v=v0 + at

 

Dove v0 è la velocità iniziale ,a è l'accelerazione e t è l'istante di tempo.

 

Per lo spazio vale la seguente formula:                                    

                                       s=v0t + 1/2at²

 

Dove v0 è la velocità iniziale alla misurazione ,a è l'accelerazione e t² è l'istante di tempo al quadrato.

IL TEMPO ANNO 2

PARAGRAFO 3 - IL TEMPO

Nel moto uniformemente accelerato ,per un corpo che parte da fermo ,possiamo calcolare il tempo che impiega a percorrere un determinato percorso con la formula inversa di s=1/2at², infatti isolando la t otteniamo:

 

                                       t=√2s/a

 

Dove t è uguale alla radice quadrata del rapporto tra 2s e a. 

CAPITOLO 2 MOTO CIRCOLARE ANNO 2
CAPITOLO 2 - IL MOTO CIRCOLARE
ILMOTO CIRCOLARE UNIFORME ANNO 2

PARAGRAFO 1 - IL MOTO CIRCOLARE UNIFORME

Il moto circolare di un corpo è dato dal suo movimento lungo una circonferenza e il moto circolare uniforme, come abbiamo visto precedentemente,è il moto di un corpo che si muove lungo una circonferenza a velocità costante ,quindi,con una velocità media.

Nel moto circolare uniforme incontriamo altre due grandezze ,ossia la frequenza e il periodo.

 

IL PERIODO

Il periodo è la grandezza che determina il tempo che impiega un'oggetto a compiere un giro completo di una circonferenza e si indica con il simbolo T.

 

LA FREQUENZA

La frequenza ,invece,è la grandezza che determina quanti giri sono stati effettuati in un secondo e si indica con il simbolo  .

 

L'unità di misura per il periodo e il secondo (s) , mentre per la frequenza è l'hertz(Hz).

Per calcolare il periodo si utilizza la seguente formula:

 

                                            T=1/

 

Dove T è il periodo e f è la frequenza ;il periodo è dato dal rapporto tra 1 e la frequenza.

Per calcolare la frequenza,invece, bisogna effettuare il rapporto tra 1 e il periodo.

 

                                         =1/T

 

LA VELOCITA'

Per calcolare la velocità media nel moto circolare uniforme si utilizza sempre la formula v=s/t ,ma in modo diverso ; lo spazio è uguale alla circonferenza e il tempo è uguale al periodo ossia quanto tempo ha impiegato il corpo a fare un giro completo.

 

                                          v=2πr/T

 

Dove v è la velocità,π è il pi greco (3,14) , r è il raggio della circonferenza e T il periodo.

Mentre per quanto riguarda l'accelerazione la formula è sempre am=(v2-v1)/Δt.

ACCELERAZIONE CENTRIPETA ANNO 2

PARAGRAFO 2 - L'ACCELERAZIONE CENTRIPETA

Nel moto circolare l'accelerazione è rivolta verso il centro e si può calcolare il valore dell'accelerazione istantanea di un esatto momento considerando l'accelerazione centripeta.

Per calcolare l'accelerazione istantanea ,ossia l'accelerazione centripeta,si utilizza la seguente formula:

 

                                           ac=v²/r

 

Dove ac è l'accelerazione centripeta, v² è la velocità al quadrato e r è il raggio.

Ma ,come si è dimostrato nel capitolo precedente la velocità è uguale a v=2πr/T l'accelerazione centripeta può essere anche calcolata con la seguente formula:

 

                                         ac=4π²r/T²

 

Dove ac è l'accelerazione centripeta, π² è il pi greco elevato al quadrato ,r è il raggio e T² è il periodo elevato al quadrato.

CAPITOLO 3 LA DINAMICA
CAPITOLO 3 - LA DINAMICA
ILPRIMOPRINCDINAMICA ANNO 2

PARAGRAFO 1 - IL PRIMO PRINCIPIO DELLA DINAMICA

La dinamica  è una parte della fisica che studia i movimenti dei corpi che sono soggetti a delle forze applicate su di essi.

Il primo principio della dinamica fu teorizzato da Galileo Galilei nel 1600,affermando che :un corpo si muove di moto rettilineo uniforme e continuerà a farlo a meno che una forza esterna non lo implichia a muoversi in modo diverso.

Il primo principio della dinamica è anche chiamato principio di inerzia.

Un esempio di un corpo che si trova all'interno di un sistema inerziale,ossia un sistema dove è valido il primo principio della dinamica, può essere un umano all'interno di un'automobile ,infatti,se l'automobile si muove a velocità costante l'umano resterà fermo nell'auto in quanto la somma delle forze che agisconosull'umano sono uguali a zero,ma se l'automobile dovesse frenare improvvisamente il sistema inerziale non è valido in quanto l'umano avrebbe una spinta che lo porta in avanti.

SECONDO PRINCIPIO DELLA DINAMICA ANNO 2

PARAGRAFO 2 - IL SECONDO PRINCIPIO DELLA DINAMICA

Dagli esperimenti condotti sul primo principio della dinamica si ricava il secondo principio della dinamica ,infatti come abbiamo spiegato nel paragrafo 1 un corpo si muove di moto rettilineo uniforme a meno che una forza non agisca su di esso e,in quel caso,si avrebbe una variazione di velocità ,proprio come nell'esempio dell'automobile,quindi,si ha un accelerazione.

Tutte queste informazioni sono spiegate dal secondo principio della dinamica chiamato anche legge fondamentale della dinamica.

Il secondo principio della dinamica afferma che la forza è uguale alla massa moltiplicata per l'accelerazione.

 

                                            F=ma

 

Dove F è la forza , m è la massa e a è l'accelerazione.

IL TERZOPRINCIPIO DELLA DINAMICA AN0O 2

PARAGRAFO 3 - IL TERZO  PRINCIPIO DELLA DINAMICA

Il terzo principio della dinamica ,chiamato anche principio di azione ereazione,spiega che tutte le volte che un corpo esercita ua forza su un'altro corpo ,quest'ultimo eserciterà la stessa forza sul primo corpo con la stessa intensità ,ma con il verso opposto.

Un esempio è la forza vincolare.La legge può anche essere descritta dalla segurnte formula :

 

                                      FA su B=-FB su A

FORZACENTRIPETA AANIO 2

PARAGRAFO 4 - LA FORZA CENTRIPETA

Un corpo che si muove di moto circolare uniforme ,oltre ad avere un'accelerazione diretta verso il centro ha anche una forza che lo attira verso il centro chiamata forza centripeta.

Nel capitolo 2 abbiamo parlato dell'accelerazione centripeta ,

e,per il secondo principio della dinamica ,la forza è uguale a F=ma ,quindi la forza centripeta è uguale a :

 

                                           Fc=mac

 

Quindi bisogna moltiplicare la massa per l'accelerazione centripeta, quindi si hanno le seguenti formule:

 

                                          Fc=mv²/r

 

Dove Fc è la forza centripeta,m è la massa e v²/r è l'accelerazione centripeta, quindi utilizziamo il secondo principio della dinamica F=ma.

Dato che l'accelerazione centripeta si può calcolare anche in un altro modo si ha la seguente formula:

 

                                       Fc=m4π²r/T²

 

Dove Fc è la forza centripeta e 4π²r/T² è l'accelerazione centripeta.Quindi anche in questo caso ,per calcolare la forza centripeta , abbiamo utilizzato il secondo principio della dinamica F=ma.

CAPITOLO 4 GENERALITA ANNO 2
CAPITOLO 4 - GENERALITA'
LA CADUTA LIBERA ANNO 2

PARAGRAFO 1 - LA CADUTA LIBERA

Un corpo è in caduta libera quando ,trascurando l'attrito dell'aria,su di esso agisce soltanto la forza peso e ,l'accelerazione con cui si muove l'oggetto in caduta è pari all'accelerazione gravtazionale del pianeta.

Quindi un oggetto che cade dal tavolo o da qualsiasi altra parte cadrà con un accelerazione pari a quella gravitazionale della terra, ossia 9,8 m/s^2 ,se trascuriamo l'attrito dell'aria.

il moto parabolico anno 2

PARAGRAFO 2 - IL MOTO PARABOLICO

Il moto parabolico descrive il movimento di un oggetto che si muove lungo una parabola;Un oggetto che viene lanciato si muove lungo una parabola;un oggetto che cade dal tavolo si muove lungo una parabola;ci sono due tipi di parabole:ci può essere la parabola di un'oggetto che viene lanciato orizzontalmene di un  oggetto che viene lanciato con una direzione obliqua ;ad esempio se un arciere lancia una freccia orizzontalmente avrà una parabola diversa da quella di una freccia lanciata con una direzione obliqua ,perchè nel primo caso la freccia man mano cadrà ,mentre nel secondo caso prima raggiungerà un'altezza massima e poi comincerà a cadere.Il moto parabolico è descritto dal seguente sistema:

 

                                       { x=v0t      

                                       { y=-1/2gt²

 

Questo è il sistema che descrive la parabola dove:

x è la lunghezza della parabola ossia il percorso compiuto,

v0 è la velocità iniziale e t è il tempo impiegato a percorrere la distanza;y è l'altezza istantanea che va a diminuire se l'oggetto viene lanciato orizzontalmente quindi vi è un meno all'inizio della formula; g è l'accelerazione gravitazionale e t² è il tempo al quadrato.

IL PIANO INCLINATO ANNO 2

PARAGRAFO 3 - IL PIANO INCLINATO

Un corpo che cade lungo un piano inclinato cade di moto uniformemente accelerato in quanto aumenterà la velocità costantemente.

La forza che fa muovere il corpo lungo il piano inclinato è il componente forza //(parallelo) della forza-peso.

Possiamo calcolare il valore della forza // con la seguente formula:

 

                                         F//=Fh/l

 

Dove F// è il componente F parallelo , Fp è la forza peso  e h/l è il rapporto fra la lunghezza e l'altezza del piano.

Dallla seguente formula possiamo ricavarci il valore dell'accelerazione istantanea con cui scende lungo il piano l'oggetto in questione;L'accelerazione è data dalla seguente formula:

 

                                           a=gh/l

 

Dove a è l'accelerazione , g è l'accelerazione gravitazionale e h/l è il rapporto tra l'altezza e e la lunghezza del piano.

 

PARAGRAFO 4 LA GRAVITAZIONE ANNO 2

PARAGRAFO 4 - LA GRAVITAZIONE

Newton formulò una legge che spiega come due corpi si attraggono fra loro e riuscì ad affermare che la forza con cui i due corpi si attraggono è direttamente proporzionale alle due masse e inversamente proporzionale alla distanza ,che intercorre tra i due corpi ,elevata al quadrato.

Da questo presupposto vi è la formula che esprime la legge:

 

                                       F=G m1m2/r²

 

Dove F è la forza di attrazione , G è la costante di gravitazione universale , m1m2 è il prodotto delle due masse e r² è la distanza che c'è tra i due corpi elevata al quadrato.

Quindi la forza è data dal prodotto di G per il rapporto tra il prodotto delle due masse e la distanza al quadrato.

G ha un valore costante ed è 6,67x10^-11 Nm²/Kg².

IL PENDOLO ANNO 2

PARAGRAFO 5 - IL PENDOLO

Il pendolo è formato da una sfera appesa a un filo.

Quando tocchiamo la sfera notiamo che il pendolo comincia a muoversi facendo delle oscillazioni.

Se le oscillazioni non sono particolarmente grandi possiamo calcolarci il periodo di oscillazione,ossia quanto tempo impiegherà a compiere un oscillazione completa.

La legge è espressa dalla seguente formula:

 

                                          T=2π√l/g

 

Dove T è il periodo,π è il pigreco ,√l/g è la radice quadrata di l/g ,dove l è la lunchezza del filo e g è l'accelerazione gravitazionale.

Quest'ultima si può calcolare facendo la formula inversa:

 

                                          g=4π²l/T²

 

Invece l si può calcolare così:

 

                                          l=T²g/4π²

 

Nel pendolo la massima velocità della sfera si ha quando quest'ultima si trova nel punto più basso, mentre la velocità è nulla nei punti più alti dell'oscillazione.

CAPITOLO 5 IL LAVORO ANNO
CAPITOLO 5 - IL LAVORO
IL LAVORO E LA POTENZA ANNO 2

PARAGRAFO 1 - IL LAVORO E LA POTENZA

Il lavoro è una grandezza che misura la forza applicata su un oggetto durante un determinato spostamento.

La formula per calcolare il lavoro durante uno spostamento parallelo alla forza si ha la seguente formula.

 

                                            W=Fs

 

Dove w è il lavoro e la sua unità di misura è il Joule(J), F è la forza e s lo spostamento.

Un esempio ,in questo caso,può essere quando noi alziamo qualcosa perchè sia la forza che lo spostamento sono rivolti verso l'alto.

Se forza e spostamento sono antiparalleli la formula è la seguente:

 

                                           W=-Fs

 

Un esempio è esattamente il contrariodell'esempio precedente ,infatti se abbassiamo un oggetto ,lo spostamento è rivolto verso il basso,ma la forza che applichiamo è rivolta verso l'alto per non farlo cadere.

Se ,invece, la forza e lo spostamento sono perpendicolari il lavoro è uguale a 0;un esempio è la forza-peso.

 

LA POTENZA

La potenza esprime il lavoro eseguito in un intervallo di tempo ed è uguale al rapporto tra il lavoro e l'intervallo di tempo impiegato per eseguire quest'ultimo.

La potenza si indica con la lettera P e l'unità di misura è il watt(W).

 

                                            P=W/t

 

L'unità di mIsura W è stata data in onore di James Watt. 

energia potenzaiale gravitazionale anno 2

PARAGRAFO 2 - ENERGIA POTENZIALE GRAVITAZIONALE

Quando un corpo si trova a una determinata altezza ,vuol dire che in quel momento possiede un'energia potenziale gravitazionale,infatti scendendo compierà un lavoro dato dalla forza peso; Se W=Fs , allora ,dato che mg=F e s=h,

la formula sarà espressa così:

 

                                          U=mgh

 

Dove U è l'energia potenziale gravitazionale , mg è la forza peso e h è l'altezza sottostante al corpo.

Quindi l'energia potenziale gravitazionale è data dal prodotto della massa per l'accelerazione gravitazionale per l'altezza.

PARAGRAFO 3 - ENERGIA CINETICA

energia cinetica anno 2

Un corpo che è in movimento possiede in qualiasi istante un'energia,chiamata energia cinetica;Una pietra che rotola lungo la montagna possiede un energia cinetica per ogni istante,poichè l'energia cinetica dipende dalla velocità istantanea.

La formula per calcolare l'energia cinetica è:

 

                                         K=1/2mv²

 

Dove K rappresenta l'energia cinetica, m la massa dell'oggetto e v² è la velocità elevata al quadrato.Per il teorema dell'energia cinetica bbiamo che la differenza tra 

l'energia cinetica finale e quella iniziale è ugaule al lavoro:

 

                                          Ki+W=Kf 

PARAGRAFO 4 - ENERGIA POTENZIALE ELASTICA

ENERGIA POTENZIALE ELASTICA ANNO 2

Una molla compressa possiede un 'energia ,ossia un energia elastica,chiamata Energia potenziale elastica.

L'energia potenziale elastica è uguale al lavoro che compie l'energia elastia a riportare la molla alla sua posizione di riposo(la posizione iniziale).La legge è espressa dalla seguente formula:

 

                                         Ue=1/2ks²

 

Dove Ue è l'energia potenziale elastica , k è la costante elastica e s² è lo spostamento della molla al quadrato.

PARAGRAFO 5 - LA CONSERVAZIONE DELL'ENERGIA

CONSERVAZIONE DELLENERGIA ANNO 2

In un sistema isolato (senza attrito e senza forze esterne che interagiscono) l'energia si conserva ,ad esmpio in cima ad  un piano inclinato una sfera avrà un'energia potenziale gravitazionale ,mentre in basso sarà 0;invece all'inizio la sua energia cinetica è uguale a 0 ,poichè la sfera era ferma,mentre in basso la sua velocità è massima e sarà uguale all'energia potenziale gravitazionale iniziale e da qui viene descritta l'equazione che esprime la conservazione dell'energia.

   

                                       Ui +Ki=U+Kf

 

Dove la somma dell'energia potenziale gravitazionale iniziale e dell'energia cinetica iniziale è uguale alla somma delle stesse energie però finali.

la quantità di moto e impulso anno 2

PARAGRAFO 6 - LA QUANTITA' DI MOTO E IMPULSO

La quantità di moto è un vettore che ha lo stesso verso della velocità ed è direttamente proporzionale alla velocità e alla massa del corpo.

L'unità di misura è il Kgm/s.

La formula ,come si può intuire dall'unità di misura è:

 

                                            p=mv

 

Dove p è la quantità di moto, m è la massa dell'oggetto e v è la sua velocità.

Anche la quantità di moto si coserva ,non singolarmente,ma dell'intero sistema.

 

L'IMPULSO

 

L'impulso è una grandezza vettoriale ed è definito come il prodotto della forza per l'intervallo di tempo in cui agisce la forza ed è espresso dalla seguente formula:

 

                                             I=Ft

 

Dove I è l'impulso,  F  è la forza e t è l'intervallo di  tempo in cui agisce la forza.

Secondo il teorema dell'impulso , l'impulso è uguale alla variziaone della quantità di moto.

 

gli urti anno 2

PARAGRAFO 7 - GLI URTI

Ci sono due tipi di urti ; quelli elastici e quelli anelastici.

Negli urti si conserva la quantità di moto e da qui si comincia a studiare l'urto,infatti negli urti la quantità di moto totale prima dell'urto è uguale alla quantità di moto totale dopo l'urto.Negli urti elastici si conserva sia la quantità di moto ,sia l'energia cinetica.

Un urto si definisce elastico se dopo l'urto i due corpi non continuano a viaggiare insieme ,perchè in tale caso l'urto sarà anelastico.

 

L'URTO ELASTICO

 

L'equazione che descrive l'urto elastico e la conservazione della quantità di moto è questa:

 

                                m1v+m2v2=m1V1+m2V2 

 

Dove m1v1 è la quantità di moto iniziale del primo corpo,m2v2 è la quantità di moto iniziale del secondo corpo,

m1V1 è la quantità di moto finale ,con la velocità cambiata rispetto a prima dell'urto,del primo corpo e lo stesso vale per m2V2.

 

L'URTO ANELASTICO

 

Durante un urto elastico i corpi non si separano ma continuano in un moto attaccati ,quindi con una stessa velocità.L'equazione è:

 

                                     V=m1v1/(m1+m2)

 

In un urto anelastico si conserva la quantità di moto ,ma non l'energia cinetica.

capitolo 6 la temperatura anno 2
CAPITOLO 6  - LA TEMPERATURA
GRADI CELSIUS E KELVIN ANNO 2

PARAGRAFO 1 - GRADI CELSIUS E KELVIN

La temperatura è una grandezza e ha varie unità di misura ,ad esempio può essere misurata in kelvin o in Celsius fahrenheit ,ma quella utilizzata dal sistema internazionale è la scala kelvin. Noi usiamo la scala Celsius per maggiore comodità però ,in fisica ,siamo più agievolati se usiamo la scala kelvin;ora vedremo come ottenere la conversione da kelvin a celsius e viceversa ;T indica la temperatura kelvin, mentre t indica la temperatura espressa in celsius.

 

                                       T= t + 273K

 

Dove T è la temperatura espressa in kelvin , t è la temperatura in celsius e ad essa bisogna aggiungere 273 kelvin.

Per convertire da kelvin a Celsius bisogna utilizzare la seguente formula:

 

                                       t= T - 273°C

 

Dove t è la temperatura in Celsius , T è la temperatura in kelvin e ad essa bisogna sottrarre 273 gradi Celsius.

DILATAZIONE LINEARE E VLUMICA ANO 2

PARAGRAFO 2 - LA DILATAZIONE LINEARE E VOLUMICA

I corpi tendono a dilatarsi o a contrarsi se sono sottoposti a variazioni di temperatura;nel primo caso ,tendono a dilatarsi, se sono sottoposti ad un riscaldamento mentre nel secondo se sono sottposti ad un raffreddamento.Solo l'acqua fa eccezione ,in quanto se viene raffreddata avrà una dilatazione ,mentre se verrà riscaldata si ha una contrazione.

Esistono due tipi di dilatazione: quella lineare e quella volumica.

 

LA DILATAZIONE LINEARE

 

La dilatazione lineare ci permette di osservare un'allungamento di un corpo e con la legge di dilatazione lineare possiamo calcolare il valore dell'allungamento.

La legge è espressa dalla seguente formula:

 

                                        l - l0= l0  λ Δt

 

Dove l-lè l'allungamento ,lè la lunghezza iniziale , λ(lambda) è il coefficiente di dilatazione lineare e Δt è la variazione di temperatura.

L'unità di misura del coefficiente di dilatazione lineare è :

1/k oppure  1/°C.

 

LA DILATAZIONE VOLUMICA

 

La dilatazione volumica ci permette di osservare l' aumento del volume di un corpo rispetto al suo volume iniziale.

La legge che ci permette di calcolare il volume finale di un corpo sottoposto ad un riscaldamento o ad un raffreddamento è la seguente:

 

                                       V=V0(1+αΔt)

 

Dove V è il volume finale , V0 è il volume iniziale ,α(alfa) è il coefficiente di dilatazione volumica e Δt è la variazione di temperatura.

LA PRIMA E LA SECONDA LEGGE DI GAY LUSSAC ANNO 2

PARAGRAFO 3 - LA PRIMA E LA SECONDA LEGGE DI GAY-LUSSAC

Le leggi di Gay-Lussac e di Boyle sono attribuite alle trasformazioni dei gas : Esistono tre tipi diversi di trasformazione dei gas:

Trasformazione Isobara : Al variare della temperatura e del volume la pressione rimane costante;

Trasformazione  Isoterma : Al variare della pressione e e del volume la temperatura rimane costante;

Trasformazione Isocora : Il volume rimane costante al variare della pressione e della temperatura;

Il coefficiente di dilatazione volumica èil medesimo in tutti i gas ed è α=1/273,15

 

LA PRIMA LEGGE DI GAY-LUSSAC:

La prima legge di Gay Lussac fa riferimento alle trasformazioni  isobare. La prima legge di Gay-Lussac afferma che il volume occupato da un gas ,mantenuto a pressione costante , è direttamente proporzionale alla sua temperatura assoluta. Durante le trasformazioni isobare la pressione rimane costante e ,attraverso le formule che descrivono queste leggi, possiamo calcolare le numerose funzioni; ecco la formula che descrive la legge:

 

                                       V=V0(1 + αt)

 

Dov V è il volume finale , V0 è il volume a temperatura 0°C e non è il volume iniziale, α è il coefficiente di dilatazione volumica (1/273,15) e t è la temperatura. Per comodità la legge può anche essere espressa con la formula comprendente la temperatura assoluta:

 

                                        VT=V0/T0T

 

Dove VT è il volume dopo la trasformazione , V0 è il volume a temperatura 273 K , T0 =273 K e T è la temperatura del gas.

 

LA SECONDA LEGE DI GAY-LUSSAC :

La seconda legge di Gay-Lussac tratta le trasformazioni isocore(trasformazione in cui il Volume rimane costante).

La seconda legge di Gay-Lussac afferma che la pressione di un gas ,mantenuto a volume costante, è direttamente proporzionale alla sua temperatura assoluta.

La legge è descritta dalla seguente formula:

 

                                       p=p0(1+αt)

 

Dove p è la pressione dopo la trasformazione ,p0 è la pressione a temperatura 0°C , α è il coefficiente di dilatazione volumica e t è la temperatura. Anche questa formula può essere espressa con la temperatura assoluta;

 

                                         p=p0/T0T

 

Dove p è la pressione dopo la trasformazione,p0 è la pressione a temperatura 273 K , T0=273 K e T è la temperatura del gas.

 

legge di boyle

PARAGRAFO 4 - LA LEGGE DI BOYLE

La legge di Boyle si applica sulle trasformazioni isoterme dei gas; A temperatura costante si può modificare la pressione e il volume di un gas ; La legge stabilisce che il prodotto del volume occupato dal gas per la sua pressione rimane costante. Ecco la formula che descrive la legge di Boyle :

 

                                         pV=p1V1

 

Dove pV è il prodotto della pressione per il volume occupato dal gas dopo la trasformazione e p1V1 è il prodotto del volume occupato per la pressione del gas prima della trasformazione.

Gas perfetto teoria ano 2

PARAGRAFO 5 - IL GAS PERFETTO

Un gas perfetto è un gas che risponde correttamente a tutte e tre le leggi di trasformazione scoperte da  Gay-Lussac e da Boyle. E il prodotto della pressione del gas per il volume che occupa è direttamente proporzionale alla sua temperatura assoluta.

Ecco la formula che descrive la legge :

 

                                        pV/T=p0V0/T0

 

Da questa formula si ricavano le leggi di Gay-Lussac e di Boyle.

Nota : p0 e V0   non sono la pressione e il volume iniziale,ma identificano la pressione e il volume a temperatura 273 K e T0=273 K.

Ancora 1
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